I titoli PAC danno diritto all’ottenimento di un contributo di base, anche detto aiuto, commisurato all’estensione di terreno condotto dall’agricoltore.
Con la riforma PAC 2014/2020, però, molte cose cambieranno rispetto al passato e, di conseguenza, sono non pochi gli interrogativi da porsi. Uno dei principali è quello riguardante la convergenza del valore dei titoli, argomento preso in esame dallo Studio AGRIEURO per chiarire a quali scenari futuri l’Italia potrà andare incontro.
Per convergenza del valore dei titoli si intende un mutamento nel valore degli stessi, al rialzo od al ribasso a seconda dei casi, finalizzato al perseguimento di un allineamento del valore dell’aiuto per ettaro che permetta uniformità a livello regionale (cosiddetta “regionalizzazione”). Di conseguenza, il valore dei pagamenti per ettaro dovrà tendere al raggiungimento di un livello standard, uniforme per tutti gli agricoltori della medesima regione, vale a dire della medesima area con caratteristiche analoghe al suo interno.
Ciascuno Stato membro deve decidere entro l’agosto 2014, con effetto a partire dal 1 gennaio 2015, quale modalità di convergenza del valore dei titoli adottare.
La questione, chiaramente, è delicata, in quanto la convergenza da un lato porterà benefici agli agricoltori in possesso di titoli dal basso valore unitario, poiché quest’ultimo sarà destinato ad aumentare, mentre, dall’altro, agirà a discapito degli agricoltori in possesso di titoli dall’elevato valore unitario, poiché esso tenderà a diminuire, il tutto nel quadro del raggiungimento di un livello uniforme.
Le possibilità di convergenza adottabili dagli Stati membri sono, fondamentalmente, tre: la prima prevedrebbe una convergenza totale entro il 2015, vale a dire un allineamento massivo ed una tantum, del valore dei titoli con un livello di pagamento uniforme per ettaro nel giro di un anno. È l’opzione più drastica, in quanto implicherebbe stravolgimenti nei pagamenti di forte impatto e, soprattutto, repentini.
La seconda opzione prevedrebbe la convergenza totale entro il 2019. Si tratta di una scelta analoga alla prima, ma, in tal caso, la convergenza verrebbe perseguita con tempistiche più dilazionate, in quanto si modificherebbe un po’ per anno il valore dei pagamenti per ettaro, arrivando, nel 2019, ad un livello uniforme.
La terza alternativa, peraltro costituente l’ipotesi al momento più ventilata per l’Italia, è quella che prevedrebbe una convergenza entro il 2019 del valore dei pagamenti per ettaro, ma solo parziale. Ciò significa che, secondo questo modello, anche detto “irlandese”, il valore dei pagamenti dei titoli attuali transiterebbe verso livelli più omogenei molto gradualmente, senza ancora raggiungere un livello uniforme nel 2019, ma solo successivamente. Data la modalità intrinseca di funzionamento del modello irlandese, è chiaro che esso è quello che, se applicato, garantirebbe minori stravolgimenti, in quanto permetterebbe un adeguamento dei pagamenti dei titoli dilazionato in un numero di anni maggiore rispetto a quelli della convergenza totale al 2015 o al 2019.
Come già anticipato, la scelta definitiva verrà presa entro l’agosto 2014, pertanto, al momento, non vi è certezza su quale sarà il metodo di convergenza scelto dall’Italia. Allo stato attuale, si può dire che vi sia una certa propensione verso il modello irlandese, meno drastico soprattutto per gli agricoltori in possesso di titoli di elevato valore unitario, che avrebbero, in tal modo, l’occasione di vedere decrescere il valore degli stessi più gradualmente nel tempo. Di contro, però, gli agricoltori con titoli caratterizzati da basso valore unitario vedrebbero aumentare detto valore con altrettanta progressività.
Lo Studio AGRIEURO è a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti.
Studio Agro-tecnico AGRIEURO
di Pasero Agr. Angelo
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Responsabile e coordinatore regionale CAA C.A.N.A.P.A.
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