La predisposizione di una nuova programmazione della Politica Agricola Comunitaria è sempre un compito arduo, complesso e che richiede tempo. Con il 2023, è attesa la partenza della nuova PAC, della quale si conoscono già diversi elementi.
Mancando, però, ancora alcune informazioni circa determinati aspetti di dettaglio, per il momento, in questo frangente, ci si limiterà ad analizzare quanto emerso sino ad ora. Naturalmente, sarà opportuno mantenersi aggiornati sull’argomento, al fine di rilevare eventuali modificazioni che potranno essere introdotte.
Nell’ambito della nuova PAC, ci si attende una condizionalità, vale a dire un insieme di norme di base, di tipo rafforzato. Sono in vista di introduzione, infatti, alcuni obblighi cui prestare particolare attenzione.
Uno di essi consisterebbe nel destinare almeno il 4% dei seminativi ad aree ed elementi non produttivi. Questo, in un’ottica green, consentirebbe, tra il resto, di avere una parte di paesaggio rurale privo dell’intervento artificiale umano, con conseguente vantaggio per lo sviluppo spontaneo e naturale di flora e fauna locali.
Questo 4% potrebbe essere raggiunto, in base alle prime indicazioni, con dei terreni lasciati a riposo oppure con elementi non produttivi permanenti, quali, ad esempio, stagni, boschetti, fasce alberate e alberi isolati, siepi e filari, muretti a secco, terrazzamenti, sistemazioni idraulico-agrarie caratteristiche, margini dei campi o ancora alberi monumentali.
Sempre secondo le prime indiscrezioni, l’obbligo di destinare almeno il 4% dei seminativi ad aree ed elementi non produttivi non si applicherebbe alle aziende ricadenti in una di queste casistiche di esonero:
- seminativi sono utilizzati per più del 75% per la produzione di erba o altre piante erbacee da foraggio, costituiti da terreni lasciati a riposo, investiti a colture di leguminose o sottoposti a una combinazione di tali tipi di impieghi;
- superficie agricola ammissibile costituita per più del 75% da prato permanente, utilizzata per la produzione di erba o altre piante erbacee da foraggio o investita a colture sommerse per una parte significativa dell'anno o per una parte significativa del ciclo colturale o sottoposta a una combinazione di tali tipi di impieghi;
- superficie di seminativi fino a 10 ettari.
Inoltre, per il 2023, sarebbe prevista una deroga sui terreni a riposo, consentendone la coltivazione, purchè si eviti di destinarli a mais, soia o bosco ceduo a rotazione rapida.
Attenzione, però, a fruire della proroga, in quanto si potrebbe rischiare di perdere la possibilità di accedere ad alcuni contributi aggiuntivi previsti dagli Ecoschemi.
Si avvicina, dunque, il 2023 e con esso la necessità di programmare le semine. Centrale, come sempre, il ruolo della PAC, alla quale è consigliabile osservare per prendere le decisioni strategiche aziendali. Si attendono, ora, alcune conferme e la precisazione di maggiori aspetti di dettaglio.
Studio Agro-tecnico AGRIEURO
di Pasero Agr. Angelo
www.studioagrieuro.it