L’attività di pascolamento, come noto, è molto importante per il mantenimento del cotico erboso e per la conservazione, oltre che valorizzazione, di alcuni habitat, specie quelli tipici delle zone montane.
Naturalmente, però, l’attività di pascolamento, affinchè abbia effetti benefici, richiede una certa regolamentazione, al fine di favorire fenomeni di sfruttamento del naturale cotico erboso in linea con le esigenze dell’ambiente.
A tal proposito, in Piemonte, vigono specifiche regole che determinano i periodi nei quali il pascolamento è consentito, in relazione alla quota a cui si trova il pascolo.
Tendenzialmente, a basse quote, il pascolamento è consentito per periodi più lunghi, mentre, al crescere delle quote altimetriche, i periodi vengono ristretti e concentrati nei mesi più caldi dell’anno.
I periodi dettati a livello regionale possono, però, essere suscettibili di variazioni, se utili ai fini della tutela ambientale ed in funzione dell’andamento climatico stagionale.
L’anno 2020, vuoi per la disponibilità di risorse foraggere, vuoi per il clima, è stato ritenuto meritevole di un prolungamento del periodo di pascolamento consentito, come riportato da apposita Determinazione Dirigenziale, ma solo a determinate quote. In particolare, per quest’anno, si è ritenuto di prorogare dal 30 ottobre al 15 novembre il periodo di termine dell’attività di pascolamento ammessa, a quote comprese tra 800 e 1.500 metri di altitudine.
Una decisione del genere può essere interessante per le aziende che hanno ancora gli animali al pascolo in montagna, in quanto permette loro di fruire ancora di qualche giorno dei prati in quota, tardando il rientro.
Naturalmente, come anticipato, la gestione dei terreni pascolivi viene regolamentata non solo sulla base di fattori economici, ma anche ambientali, data l’importanza dei prati in quota di cui il Piemonte può fregiarsi.
Studio Agro-tecnico AGRIEURO
di Pasero Agr. Angelo
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